Mi sono reso conto, da quando vado in giro a fare
formazione, che c’è poca conoscenza tra i colleghi riguardo ai Database
Topografici. Ho deciso allora di scrivere qualcosa sull’argomento e di fare dei
test di importazione usando il GIS
Karto® R11.
I DbT (Database
Topografici) sono nuove cartografie aerofotogrammetriche digitali che stanno,
gradualmente, sostituendo le aerofotogrammetrie in formato dxf o dwg e sono la base
cartografica ideale per una gestione GIS del dato territoriale.
La realizzazione del DbT
nasce dalle operazioni di aggiornamento della cartografia tecnica: ripresa
aerofotogrammetrica, inquadramento plano-altimetrico, restituzione numerica,
ricognizione, revisione ed editing.
Ogni oggetto territoriale georeferenziato che popola il DbT è in formato
vettoriale ed è rappresentato geometricamente mediante le primitive area,
linea, punto, opportunamente corredato dal relativo sistema di coordinate e
dagli attributi descrittivi e informativi. Quindi, mentre, la classica CTR è
un prodotto “Map oriented” , i DbT sono, attraverso una
progettazione logica ad oggetti, una struttura “GIS oriented” che intende
evitare la ridondanza della geometria.
Ciascuna Classe è
caratterizzata da oggetti aventi la medesima geometria (punti, linee, aree) e
viene memorizzata in Shapefile:
Areale (A) - Lineare (L) - Puntuale (P)
Normalmente i DbT (come test ho utilizzato quelli
della Lombardia) sono codificati secondo le specifiche di IntesaGIS, con nomi
quali (la prima lettera indica, appunto, la geometria dello Shapefile):
- A020102.shp che contiene l'informazione vettoriale
- A020102.dbf che contiene gli attributi
- A020102.shx che contiene gli indici spaziali
- A020102.prj che contiene informazioni riguardo al sistema di riferimento
- ecc. il dataset di uno Shapefile può contenere altri files accessori, destinati a registrare indici spaziali (.sbn, .shx, .fbn, .fbx), indici di attributo (.ain, .aih) e metadati (.xml)
Le prime
quattro estensioni le ho messe in grassetto per evidenziare che quei 4 file non
possono assolutamente mancare nella composizione di uno Shapefile!
La cartografia di un Comune è composta da decine di
file che caricati in un GIS vanno a costruire il mosaico completo di tutti gli
elementi cartografici rappresentati (edifici, viabilità, idrografia,ecc.).
Ora dove sta il problema? Sebbene Karto® ha una procedura di
importazione di Shapefile multiplo, (ossia una procedura che carica in un unico
contesto tutti gli shp che vogliamo, andando a creare o un unico file grafico
con relativi attributi o tante features quanti sono gli shp), nel momento che
si caricano i dati la loro lettura può risultare molto difficile in quanto la
cartografia è priva della grafia di rappresentazione e soprattutto i dati degli
oggetti selezionati sono solo codici che l’utilizzatore deve interpretare:
Karto® invece ha un applicativo specifico per il caricamento del DbT che permette di:
- Assegnare un suffisso, contenente la tipologia
di dati presente in ogni file che compone il DbT, oltre il codice di
identificazione (Il file A020102 che identifica gli edifici viene codificato
come A020102_EDIFICI)
- Creare la grafia dei dati secondo gli standard
definiti (edifici, capannoni industriali, ecc)
- Aprire i singoli file così creati
contemporaneamente con un unico comando, avendo così la rappresentazione
completa del territorio comunale
- Creare delle maschere di consultazione dei dati
che hanno la descrizione di quello che rappresenta il codice
- Generare in automatico le relazioni tra tabelle
di dati (per esempio dalla tabella relativa agli edifici posso consultare i
dati relativi alle unità volumetriche)
Questo è il risultato che ho ottenuto caricando gli
stessi shape con la procedura di caricamento dei DbT:
Come si nota l’aspetto grafico è sostanzialmente
differente e la cartografia viene classificata e “vestita” secondo le
specifiche standard.
Da un punto di vista meramente GIS i DbT sono la
cartografia numerica per eccellenza! Non sono solo un nuovo modo di codificare la
Cartografia Numerica ma, sostanzialmente, sono un nuovo concetto di dato
spaziale.
Speriamo in futuro di trovare sui Geoportali
regionali sempre più DbT scaricabili liberamente, poiché come risulta evidente
avremo la possibilità di avere come cartografia di base non un semplice layer
di sfondo, come abbiamo avuto fino ad ora con i dxf/dwg (fra l’altro spesso
difficilmente gestibile), ma un potente strumento di analisi del territorio! Ma
soprattutto auspico che i Geoportali pubblichino, oltre i DbT, anche i
"dizionari dati" per decodificare le strutture (infatti non sempre
sono perfettamente IntesaGIS -compatibili) e “vestire” le geometrie. La Regione
Lombardia da questo punto di vista ha fatto un ottimo lavoro, rendendo pubblico
quanto necessario, specialmente le legende alle diverse scale per la
rappresentazione a colori e in B/N.
Ma senza dizionario dati e legenda, come dice spesso un mio
caro amico, BISOGNA IMPROVVISARE....!!!